Titolo universitario
La più grande facoltà di medicina del mondo"
Presentazione
Questo programma ti aggiornerà su come identificare i modelli encefalografici dal punto di vista fisiologico e patologico, nonché sulla loro correlazione con l'età, livello di sonno/veglia, coscienza, interferenza farmacologica e significatività clinica”

Negli ultimi anni, lo stato dell'arte accademica, che si riferisce alla Neurofisiologia è cresciuto in modo esponenziale grazie a numerose ricerche scientifiche e sviluppi tecnologici. Un esempio di ciò è l'uso della tossina botulinica per effettuare infiltrazioni che, in modo terapeutico, alleviano il dolore dei pazienti affetti da dolori cronici. Inoltre, si evidenzia anche l'applicazione di procedure di modulazione cerebrale, sia invasive che non invasive. I professionisti della medicina dedicati a questa area devono costantemente aggiornarsi e, paradossalmente, non trovano programmi educativi sul mercato che soddisfino in modo equilibrato i loro interessi sia teorici che pratici.
Superando queste limitazioni, emerge il Master semipresenziale di TECH che offre ai medici le più recenti innovazioni nel campo della Diagnosi e del Trattamento Neurofisiologico. Il programma va oltre rispetto ai suoi omologhi sul mercato e si compone di due fasi ben distinte. La prima di queste si distingue per lo studio teorico di contenuti ambiziosi da una piattaforma di apprendimento 100% online e interattiva. Il neurologo completerà questa fase formativa in 1.500 ore e sarà consigliato da un personale docente prestigioso ed esigente.
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Questo Master semipresenziale in Aggiornamento su Diagnosi e Trattamento Neurofisiologico possiede il programma scientifico più completo e aggiornato del mercato. Le caratteristiche principali del programma sono:
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- Possibilità di svolgere un tirocinio clinico all’interno di uno dei migliori centri ospedalieri
Il tirocinio di 3 settimane incluso in questo corso può essere svolto presso prestigiosi centri situati in diverse parti del mondo”
In questa proposta di Master, di natura professionalizzante e in modalità semipresenziale, il programma è rivolto all'aggiornamento dei neurologi che desiderano raggiungere un livello più elevato di qualificazione nell'uso di attrezzature e tecniche innovative in campo medico. I contenuti sono basati sull'ultima evidenza scientifica e sono strutturati in modo didattico per integrare la conoscenza teorica nella pratica medica, offrendo al professionista l'opportunità di avere a disposizione strumenti di lavoro molto più innovativi che agevolino l'intervento efficace su pazienti con diverse complessità.
Grazie ai contenuti multimediali sviluppati in base all'ultima tecnologia educativa, si consentirà al professionista medico di ottenere un apprendimento situato e contestuale, ovvero un ambiente simulato che fornirà un apprendimento immersivo programmato per affrontare situazioni reali. La progettazione di questo programma è centrata sull’Apprendimento Basato su Problemi, mediante il quale lo studente deve cercare di risolvere le diverse situazioni di pratica professionale che gli si presentano durante il programma. Lo studente potrà usufruire di un innovativo sistema di video interattivi creati da esperti di rinomata fama.
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Pianificazione del corso
Questo programma di studi guiderà il professionista attraverso diverse tematiche recentemente aggiornate all'interno dell'area della Diagnosi e del Trattamento Neurofisiologico. In particolare, approfondirà la conoscenza sull'Elettrogenesi Cerebrale e i suoi vantaggi per la rilevazione precoce dell'epilessia nei neonati o nei lattanti. Allo stesso modo, approfondirà le conoscenze relative all'infiltrazione con tossina botulinica sotto guida ecografica e altre tecniche a scopo terapeutico. A sua volta, esaminerà le ultime tendenze relative alla Neuromodulazione invasiva e non invasiva. Per tale apprendimento, il medico si avvarrà di metodi didattici rivoluzionari come il Relearning, che potenzia l'assimilazione rapida e flessibile dei contenuti più complessi.

Durante 1.500 ore, acquisirai le conoscenze teoriche più aggiornate nel campo della Neurofisiologia grazie a questo innovativo titolo di studio"
Modulo 1. Elettrogenesi cerebrale. Tecniche di registrazione e analisi. Sviluppo dell'elettroencefalogramma
1.1. Fondamenti biofisici della registrazione ECG
1.1.1. Contesto
1.1.2. Breve ripasso di matematica
1.1.2.1. Analisi vettoriale
1.1.2.2. Determinanti e matrici
1.1.3. Breve introduzione all’elettromagnetismo
1.1.3.1. Concetti di campo e potenziale
1.1.3.2. Equazioni di Maxwell
1.1.4. Campi elettrici cerebrali
1.2. Fondamenti tecnici e analitici dell’ECG
1.2.1. Contesto
1.2.2. La conversione analogico-digitale (CAD)
1.2.3. Filtri
1.2.4. Analisi dei segnali digitale
1.2.4.1. Analisi spettrale
1.2.4.2. Analisi wavelet
1.2.5. Determinazione dell’interazione tra i due segnali
1.3. Protocolli e standard di realizzazione di ECG e video-ECG, manovre di attivazione Rilevamento degli artefatti
1.3.1. Realizzare ECG e video-ECG
1.3.1.1. Condizioni di registrazione
1.3.1.2. Elettrodi
1.3.1.3. Bypass e assemblaggi
1.3.1.4. Registro
1.3.2. Video-ECG
1.3.2.1. Aspetti tecnici
1.3.2.2. Indicazioni
1.3.3. Manovre di stimolazione abituali
1.3.3.1. Apertura e chiusura oculare
1.3.3.2. Iperventilazione polmonare
1.3.3.3. Stimolazione luminosa intermittente
1.3.4. Altri metodi non abituali di attivazione
1.3.4.1. Altri procedimenti di attivazione visuale
1.3.4.2. Attivazione attraverso il sonno
1.3.4.3. Altri metodi di attivazione
1.3.5. Introduzione e importanza degli artefatti
1.3.5.1. Principi generali di screening
1.3.5.2. Artefatti più comuni
1.3.5.3. Eliminazione degli artefatti
1.3.6. Concetti chiave
1.4. ECG normale nell’adulto
1.4.1. ECG normale nella veglia
1.4.1.1. Ritmo alfa
1.4.1.2. Ritmo beta
1.4.1.3. Ritmo mu
1.4.1.4. Onde lambda
1.4.1.5. Tracciamento a bassa tensione
1.4.1.6. Attività theta
1.4.2. ECG normale nell sonno
1.4.2.1. Sonno NREM
1.4.2.2. Sonno REM
1.4.3. Varianti della normalità/Standard con significato incerto
1.5. ECG pediatrico, sviluppo e maturazione I
1.5.1. Considerazioni tecniche
1.5.2. Caratteristiche del ECG dipendenti dall'età
1.5.2.1. Continuità
1.5.2.2. Sincronia bilaterale emisferica
1.5.2.3. Voltaggio
1.5.2.4. Variabilità
1.5.2.5. Reattività
1.5.2.6. Onde dipendenti dall'età
1.5.2.6.1. Complesso Beta-Delta
1.5.2.6.2. Raffiche di onde theta e alfa temporali
1.5.2.6.3. Onde acute frontali
1.5.3. ECG durante la veglia e il sonno
1.5.3.1. Veglia
1.5.3.2. Sonno NREM
1.5.3.3. Sonno REM
1.5.3.4. Sonno indeterminato e di transizione
1.5.3.5. Reattività agli stimoli
1.5.4. Standard speciali/Varianti della normalità
1.5.4.1. Attività delta bifrontale
1.5.4.2. Onde acute temporali
1.5.5. Concetti chiave
1.6. ECG pediatrico, sviluppo e maturazione II. ECG fisiologico dal lattante all’adolescente
1.6.1. Considerazioni tecniche
1.6.2. ECG nei lattanti da 2 a 12 mesi
1.6.3. ECG nella prima infanzia, da 12 a 36 mesi
1.6.4. ECG in età pre-scolastica, da 3 a 5 anni
1.6.5. ECG nei bambini più grandi, da 6 a 12 anni
1.6.6. ECG negli adolescenti, da 13 a 20 anni
1.6.7. Concetti chiave
1.7. Anomalie lente, descrizione e significato
1.7.1. Anomalie lente focali
1.7.1.1. Riepilogo
1.7.1.2. Descrizione del modello
1.7.1.3. Significato clinico delle onde focali lente
1.7.1.4. Disturbi che causano le onde focali lente
1.7.2. Anomalie lente generalizzate e asincrone
1.7.2.1. Riepilogo
1.7.2.2. Descrizione del modello
1.7.2.3. Significato clinico delle onde generalizzate e asincrone
1.7.2.4. Disturbi che causano le onde generalizzate e asincrone
1.7.3. Onde lente generalizzate sincrone
1.7.3.1. Riepilogo
1.7.3.2. Descrizione del modello
1.7.3.3. Significato clinico delle onde generalizzate e asincrone
1.7.3.4. Disturbi che causano le onde generalizzate e asincrone
1.7.4. Conclusioni
1.8. Anomalie epilettiforme intercritiche focali e generalizzate
1.8.1. Considerazioni generali
1.8.2. Criteri di identificazione
1.8.3. Criteri di localizzazione
1.8.4. Anomalie epilettiformi intercritiche e la loro interpretazione
1.8.4.1. Punte e onde acute
1.8.4.2. Scariche epilettiformi focali benigne
1.8.4.3. Punta-onda
1.8.4.3.1. Punta-onda lenta
1.8.4.3.2. Punta-onda di 3 Hz
1.8.4.3.3. Polipunta o polipunta onda
1.8.4.4. Ipsaritmia
1.8.4.5. Anomalie intercritiche focali nell’epilessia generalizzata
1.8.5. Riepilogo/Punti chiave
1.9. ECG ictale Tipi di crisi e correlati elettroclinici
1.9.1. Crisi di inizio generalizzato
1.9.1.1. Inizio motorio
1.9.1.2. Inizio non motorio
1.9.2. Crisi di inizio focale
1.9.2.1. Stato di coscienza
1.9.2.2. Inizio motorio/non motorio
1.9.2.3. Focale con progressione a tonico-clonica bilaterale
1.9.2.4. Lateralizzazione emisferica
1.9.2.5. Localizzazione lobare
1.9.3. Crisi di inizio sconosciuta
1.9.3.1. Motorio/non motorio
1.9.3.2. Senza classificazione
1.9.4. Concetti chiave
1.10. ECF quantificato
1.10.1. Uso storico dell’ECG quantificato nella pratica clinica
1.10.2. Applicazione dei metodi di ECG quantificato
1.10.2.1. Tipi di ECG quantificato
1.10.2.1.1. Spettro di potenza
1.10.2.1.2. Misure di sincronizzazione
1.10.3. L’ECG quantificato nella pratica clinica attuale
1.10.3.1. Classificazione delle Encefalopatie
1.10.3.2. Individuazione delle crisi epilettiche
1.10.3.3. Vantaggi nel monitoraggio con ECG continuo
1.10.4. Concetti chiave
Modulo 2. Elettroencefalogramma (ECG) nelle sindromi elettrocliniche e nel paziente neurocritico. Tecniche neurofisiologiche di precisione nella diagnosi e nel trattamento dell'epilessia
2.1. Sindromi elettrocliniche del neonato e del lattante
2.1.1. Periodo neonatale
2.1.1.1. Sindrome di Ohtahara
2.1.1.2. Encefalopatia mioclonica precoce
2.1.1.3. Crisi neonatale autolimitata. Epilessia neonatale familiare autolimitata
2.1.1.4. Epilessia focale strutturale di inizio neonatale
2.1.2. Periodo neonatale
2.1.2.1. Sindrome di West.
2.1.2.2. Sindrome di Dravet
2.1.2.3. Crisi febbrili ed epilessia genetica con crisi febbrili
2.1.2.4. Epilessia miclonica del lattante
2.1.2.5. Epilessia autolimitata del lattante familiare e non familiare
2.1.2.6. Epilessia del lattante con crisi focali migratorie
2.1.2.7. Status mioclonico in encefalopatia non progressiva
2.1.2.8. Epilessia per alterazioni cromosomiche
2.2. Sindromi elettrocliniche in età pediatrica
2.2.1. Ruolo dell’ECG e del Video-ECG nella diagnosi e classificazione delle sindromi epilettiche con inizio tra i 3 e i 12 anni d’età
2.2.1.1. Antecedenti e pratica clinica attuale
2.2.1.2. Disegno metodologico e protocolli di registro
2.2.1.3. Interpretazione, valore diagnostico dei risultati e report
2.2.1.4. Integrazione dell’ECG nella tassonomia sindrome-eziologia
2.2.2. Epilessie generalizzate genetiche (idiopatiche, EGI)
2.2.2.1. Tratti nell’ECG tipici delle EGI e principi metodologici
2.2.2.2. Epilessia con assenza dell’infanzia
2.2.2.3. Epilessia giovanile con assenze
2.2.2.4. Altri fenotipi di EGI (3-12 anni)
2.2.2.5. Epilessie con crisi riflesse
2.2.3. Epilessie focali genetiche (idiopatiche, EFI)
2.2.3.1. Tratti nell’ECG tipici delle EFI e principi metodologici
2.2.3.2. Epilessia focale idiopatica con punte centro-temporali
2.2.3.3. Sindrome di Panayiotopoulos
2.2.3.4. Altri fenotipi di EFI (3-12 anni)
2.2.4. Epilessie focali non idiopatiche idiopatiche (EF). Sindromi lobari
2.2.4.1. Tratti nell’ECG tipici delle EF e principi metodologici
2.2.4.2. Epilessia del lobo frontale
2.2.4.3. Epilessia del lobo temporale
2.2.4.4. Epilessia della corteccia posteriore
2.2.4.5. Altre localizzazioni (insula, cingolo, lesioni emisferiche)
2.2.5. Encefalopatie epilettiche (EE) e sindromi relazionate (3-12 anni)
2.2.5.1. Tratti nell’ECG tipici delle EE e principi metodologici
2.2.5.2. Sindrome di Lennox-Gastaut
2.2.5.3. Encefalopatia con stato di male elettrico del sonno (ESES) e sindrome di Landau-Kleffner
2.2.5.4. Epilessia con crisi mioclonico-atoniche (sindrome di Doose)
2.2.5.5. Epilessia mioclonica con assenze
2.3. Sindromi elettrocliniche dell’adolescente e dell’adulto
2.3.1. Ruolo dell’ECG nella diagnosi di sindromi epilettiche negli adolescenti e negli adulti
2.3.2. Epilessia generalizzata genetica negli adolescenti e negli adulti
2.3.2.1. Epilessia mioclonica giovanile
2.3.2.2. Epilessia giovanile con assenze
2.3.2.3. Epilessia con crisi tonico-cloniche generalizzate
2.3.2.4. Altri fenotipi di IGE negli adolescenti e negli adulti
2.3.3. Epilessia focale non idiopatica negli adolescenti e negli adulti Sindromi lobari
2.3.3.1. Lobo frontale
2.3.3.2. Lobo temporale
2.3.3.3. Altre localizzazioni
2.3.4. Altre sindromi epilettiche non dipendenti dall'età
2.3.5. Epilessia negli anziani
2.4. Nomenclatura ECG in Terapia Intensiva
2.4.1. Requisiti minimi per la compilazione del referto nel paziente neurocritico
2.4.2. Tracciamento di fondo
2.4.3. Scariche epilettiformi a insorgenza sporadica
2.4.4. Modelli ritmici e/o periodici
2.4.5. Crisi elettriche ed elettro-cliniche
2.4.6. Scariche ritmiche di breve durata (BIRDs)
2.4.7. Modello ictale-interictale (ictal-interictal continuum)
2.4.8. Altra terminologia
2.5. ECG nelle alterazioni del livello di coscienza, nel coma e nella morte cerebrale
2.5.1. Risultati ECG nell'encefalopatia
2.5.2. Risultati ECG nel coma
2.5.3. Inattività elettrica del cervello
2.5.4. Potenziali evocati in associazione all'ECG nei pazienti con alterazione del livello di coscienza
2.6. Stato epilettico I
2.6.1. Contesto
2.6.1.1. "Il tempo è cervello"
2.6.1.2. Fisiopatologia
2.6.2. Definizione e tempistiche
2.6.3. Classificazione Assi diagnostici
2.6.3.1. Asse I: semiologia
2.6.3.2. Asse II. Eziologia
2.6.3.3. Asse III. Correlato ECG
2.6.3.4. Asse IV. Età
2.7. Stato epilettico II
2.7.1. Stato epilettico non convulsivo: definizione
2.7.2. Semiologia
2.7.2.1. Status non convulsivo nei pazienti in coma
2.7.2.2. Status non convulsivo nei pazienti in coma
2.7.2.2.1. Status discognitivo: con alterazione del livello di coscienza (o fluttuante) e afasico
2.7.2.2.2. Aura continu
2.7.2.2.3. Status autonomico
2.7.3. Criteri ECG per la determinazione dello status non convulsiovo (criteri di Salzburg)
2.8. Monitoraggio ECG/Video-ECG continuo in Terapia Intensiva
2.8.1. Utilità e condizioni
2.8.2. Indicazioni e durata consigliate
2.8.2.1. Popolazione adulta e pediatrica
2.8.2.2. Neonati
2.8.3. Strumenti clinici
2.8.4. Nuovi dispositivi
2.9. Chirurgia dell’epilessia
2.9.1. Video-ECG pre-chirurgico
2.9.1.1. Superficiale
2.9.1.2. Invasivo
2.9.1.3. Semi-invasivo
2.9.2. Monitoraggio intraoperatorio
2.10. L’elettroencefalogramma di alta intensità Localizzazione di generatori e analisi delle fonti
2.10.1. Acquisizione del segnale
2.10.1.1. Aspetti generali
2.10.1.2. Tipo, localizzazione e numero di elettrodi
2.10.1.3. L’importanza dei riferimenti
2.10.2. Digitalizzazione della localizzazione degli elettrodi
2.10.3. Digitalizzazione della localizzazione degli elettrodi
2.10.4. Depurazione, artefatti e pulizia del segnale
2.10.5. Dipoli cerebrali
2.10.6. Mappe cerebrali
2.10.6.1. Filtri spaziali adattivi
2.10.7. Modellazione del cranio e del cervello
2.10.7.1. Modelli sferici
2.10.7.2. Modello di elementi della superficie
2.10.8. Modello a elementi finiti
2.10.9. Localizzazione del generatore: problema inverso
2.10.9.1. Modello di dipolo a corrente singola
2.10.10. Metodi di Imaging
Modulo 3. Potenziali evocati
3.1. Fondamenti dei potenziali evocati
3.1.1. Concetti fondamentali
3.1.2. Tipi di potenziali evocati
3.1.3. Tecniche e requisiti per la loro esecuzione
3.1.4. Applicazioni cliniche
3.2. Studio neurofisiologico dell'occhio e della via visiva I
3.2.1. Elettroretinogramma
3.2.1.1. Flash ERG
3.2.1.2. ERG con pattern (scacchiera)
3.2.1.3. Ganzfeld ERG
3.2.1.4. ERG multifocale
3.2.2. Elettrooculogramma
3.3. Studio neurofisiologico dell'occhio e della via visiva II
3.3.1. Potenziali evocati visivi
3.3.1.1. Stimolazione del modello
3.3.1.1.1. Studio completo sul campo
3.3.1.1.2. Studi sull'emicampo. Quadranti
3.3.1.2. Stimolazione con occhiali LED
3.3.1.3. Altre tecniche: PEV multifocali
3.4. Via uditiva
3.4.1. Anatomofisiologia delle vie uditive
3.4.2. Potenziali evocati uditivi del tronco encefalico
3.4.2.1. Breve latenza
3.4.2.2. Media latenza
3.4.2.3. Lunga latenza
3.4.3. Altre tecniche
3.4.3.1. Emissioni otoacustiche
3.4.3.1.1. Evocati transitori
3.4.3.1.2. Prodotti di distorsione
3.4.3.2. Elettrococleografia
3.4.3.3. Potenziali evocati uditivi di stato stazionario
3.4.3.3.1. PEAee
3.4.3.3.2. PEAee-MF
3.4.3.4. Audiometria
3.4.3.4.1. Audiometria a toni puri: audiometria tonale liminare
3.4.3.4.2. Audiometria a conduzione ossea
3.5. Sistema vestibolare
3.5.1. Il sistema vestibolare e la sua associazione con il sistema visivo e propriocettivo
3.5.2. Nistagmo
3.5.2.1. Test vestibolari
3.5.2.1.1. Videonistagmografia (VNG)
3.5.2.1.1.1. Test del sistema oculomotorio
3.5.2.1.1.2. Test posturali e posizionali
3.5.2.1.1.3. Test calorici
3.5.2.1.1.4. Ulteriori test VNG
3.5.3. Vertigine periferica e centrale
3.5.3.1. Prove diagnostiche
3.5.3.1.1. Elettronistagmografia
3.5.3.1.2. vHIT
3.5.3.1.3. Posturografia
3.5.3.1.4. Potenziali evocati miogenici vestibolari
3.5.3.2. Protocollo HINTS
3.5.3.3. Vertigine posizionale parossistica benigna (VPPB)
3.6. Potenziali somatosensoriali
3.6.1. Richiamo anatomofisiologico
3.6.2. Tecnica: procedure pratiche
3.6.3. Interpretazione
3.6.4. Applicazioni cliniche
3.6.5. Potenziali somatosensoriali dermatomici
3.7. Potenziali evocati motori
3.7.1. Stimolazione elettrica
3.7.2. Stimolazione magnetica transcranica
3.7.3. Applicazioni diagnostiche
3.8. Potenziali evocati nelle unità di terapia Intensiva
3.8.1. Introduzione
3.8.2. Tipi di potenziali più utilizzati in Terapia Intensiva
3.8.2.1. Potenziali evocati somatosensoriali (SSEP)
3.8.2.2. Potenziali evocati uditivi del tronco (PEAT)
3.8.2.3. Potenziali evocati visivi (PEV)
3.8.2.4. Potenziali evocati a lunga latenza-Mismatch Negativity
3.8.3. Valutazione dell'uso di PE in pazienti comatosi o con alterazioni dello stato di coscienza in terapia intensiva
3.8.4. Potenziali evocati nelle unità di terapia Intensiva
3.8.4.1. Potenziali evocati olfattivi
3.8.4.2. Potenziali evocati del battito cardiaco
3.8.4.3. Altro
3.9. Potenziali cognitivi
3.9.1. Definizione di potenziali cognitivi
3.9.2. Tipi di potenziali cognitivi: generali
3.9.3. Parametri di misurazione dei potenziali cognitivi
3.9.4. Mismatch Negativity: Introduzione. Registrazione e valutazione. Generatori. Applicazioni cliniche
3.9.5. P300: introduzione. Registrazione e valutazione. Generatori. Applicazioni cliniche
3.9.6. N400: introduzione. Registrazione e valutazione. Generatori. Applicazioni cliniche
3.9.7. Altri potenziali cognitivi in ricerca
3.9.8. Conclusioni
3.10. Potenziali evocati in età pediatrica
Modulo 4. Tecniche neurofisiologiche nella diagnosi delle malattie neuromuscolari
4.1. Anatomia e fisiologia del sistema nervoso periferico
4.2. Studi di conduzione nervosa sensoriale e motoria
4.3. Riflessologia e risposte tardive
4.3.1. Onda F
4.3.2. Onda A
4.3.3. Riflesso H
4.3.4. Riflesso T
4.4. Considerazioni tecniche e di qualità nell'elettrodiagnostica neuromuscolare. Errori procedurali. Precauzioni
4.5. Valutazione neurofisiologica della funzione dell'unione neuromuscolare
4.5.1. Stimolazione nervosa ripetitiva
4.5.2. Studio del jitter con ago a fibra singola e ago concentrico
4.5.2.1. Contrazione volontaria
4.5.2.2. Stimolazione assonale
4.6. Principi di Elettromiografia. Risposta elettromiografica dell'unità motoria normale. Attività di inserimento. Attività della piastra motoria. Potenziale dell'unità motoria. Attività muscolare patologica.
4.7. Tecniche per la stima quantitativa delle unità motorie
4.7.1. MUNE
4.7.2. MUNIX
4.7.3. MUSIX
4.8. Studio neurofisiologico dei nervi facciali e trigeminali
4.9. Valutazione neurofisiologica del sistema respiratorio
4.9.1. Nervi e muscoli laringei
4.9.2. Nervo frenico e muscolo diaframma
4.10. Ecografia neuromuscolare
4.10.1. Semiologia neurale di base e basi fisiche adattate allo studio ecografico
4.10.2. Anatomia normale e correlazione ecografica
4.10.2.1. Arti superiori
4.10.2.2. Arti inferiori
4.10.3. Esame ecografico dei nervi periferici
4.10.3.1. Arti superiori
4.10.3.2. Arti inferiori
4.10.4. Diagnostico ecografico delle neuropatie focali
4.10.4.1. Arti superiori
4.10.4.2. Arti inferiori
4.10.5. Imaging avanzato
4.10.6. Tecniche percutanee interventistiche
Modulo 5. Protocolli elettroneuromiografici (ENMG) nella diagnosi delle malattie neuromuscolari
5.1. Studio neurofisiologico nella patologia delle radici cervicali e del plesso brachiale
5.2. Studio neurofisiologico nella patologia delle radici cervicali e del plesso lombosacrale
5.3. Esame neurofisiologico della patologia dei nervi degli arti superiori. Mononeuropatie e lesioni focali
5.3.1. Nervo mediano
5.3.2. Nervo cubitale
5.3.3. Nervo radiale
5.3.4. Nervi del cingolo scapolare
5.3.5. Altri
5.4. Esame neurofisiologico della patologia dei nervi degli arti inferiori. Mononeuropatie e lesioni focali
5.4.1. Nervo sciatico (ischiatico)
5.4.2. Nervo femorale
5.4.3. Nervo otturatore
5.4.4. Altri
5.5. Esame neurofisiologico delle polineuropatie
5.6. Esame neurofisiologico delle miopatie. Distrofie muscolari, miotonie e canalopatie
5.7. Valutazione neurofisiologica delle malattie del motoneurone
5.8. Correlati clinico-neurofisiologici dei disturbi della trasmissione neuromuscolare
5.8.1. Miastenia
5.8.2. Sindrome di Lamber-Eaton
5.8.3. Botulismo
5.8.4. Altri
5.9. Studio neurofisiologico del tremore e di altri disturbi del movimento
5.10. Esame neurofisiologico della patologia neuromuscolare in età pediatrica
Modulo 6. Monitoraggio neurofisiologico intraoperatorio (MIO)
6.1. Tecniche neurofisiologiche applicate alla MIO. Monitoraggio e mappatura
6.1.1. Tecniche di monitoraggio
6.1.1.1. Potenziali Evocati Motori
6.1.1.1.1. Transcranici
6.1.1.1.1.1. Registrazione muscolare
6.1.1.1.1.2. Registrazione epidurale: onda D
6.1.1.1.2. Stimolazione corticale diretta
6.1.1.2. Potenziali Evocati Somatosensoriali
6.1.1.3. Potenziali Evocati Uditivi del Tronco Encefalico
6.1.1.4. Riflessi
6.1.1.5. Nervo periferico, plesso e radici nervose. Elettromiografia
6.1.2. Tecniche di mappatura
6.1.2.1. Inversione di fase (Phase reversal)
6.1.2.1.1. Corteccia/Solco centrale
6.1.2.1.2. Cordoni midollari/posteriori
6.1.2.2. Corticale
6.1.2.3. Sottocorticale
6.1.2.4. Nervo, plesso e radici nervose. EMG
6.2. Elettrodi. Influenza degli anestetici. Filtri e artefatti
6.2.1. Tipi di elettrodi di stimolazione e registrazione. Caratteristiche e indicazioni
6.2.2. Anestesia e monitoraggio
6.2.3. Filtri
6.2.4. Artefatti
6.2.5. Rischi. Controindicazioni
6.3 Monitoraggio neurofisiologico intraoperatorio nella chirurgia dei processi sopratentoriali
6.3.1. Indicazioni per il monitoraggio e la mappatura
6.3.2. Tecniche da utilizzare
6.3.3. Criteri di allarme
6.4. Monitoraggio neurofisiologico intraoperatorio nella chirurgia dei processi infratentoriali
6.4.1. Indicazioni per il monitoraggio e la mappatura
6.4.2. Tecniche da utilizzare
6.4.3. Criteri di allarme
6.5. Screening funzionale intraoperatorio del linguaggio durante le lesionectomie cerebrali
6.6. Monitoraggio neurofisiologico intraoperatorio nella chirurgia del midollo spinale
6.6.1. Indicazioni per il monitoraggio e la mappatura
6.6.2. Tecniche da utilizzare
6.6.3. Criteri di allarme
6.7. Monitoraggio neurofisiologico intraoperatorio nella chirurgia della colonna vertebrale cervicale e dorsale
6.7.1. Indicazioni per il monitoraggio e la mappatura
6.7.2. Tecniche da utilizzare
6.7.3. Criteri di allarme
6.8. Monitoraggio neurofisiologico intraoperatorio nella chirurgia della colonna vertebrale lombare e sacrale
6.8.1. Indicazioni per il monitoraggio e la mappatura
6.8.2. Tecniche da utilizzare
6.8.3. Criteri di allarme
6.9. Monitoraggio neurofisiologico intraoperatorio nella chirurgia del plesso e del nervo periferico
6.9.1. Indicazioni per il monitoraggio e la mappatura
6.9.2. Tecniche da utilizzare
6.9.3. Criteri di allarme
6.10. Monitoraggio neurofisiologico intraoperatorio nella chirurgia vascolare
6.10.1. Indicazioni per il monitoraggio e la mappatura
6.10.2. Tecniche da utilizzare
6.10.3. Criteri di allarme
Modulo 7. Sistema Nervoso Autonomo. Dolore. Altre tecniche complesse o in associazione con altre specialità
7.1. Sistema nervoso autonomo
7.1.1. Anatomia
7.1.2. Fisiologia
7.1.3. Neurotrasmissione
7.2. Disfunzione autonomica
7.2.1. Semiologia
7.2.2. Patologia
7.2.2.1. Disturbi cardiovascolari
7.2.2.2. Disturbi della termoregolazione
7.2.2.3. Altro
7.2.2.3.1. Disfunzione autonomica nelle malattie neurodegenerative
7.2.2.3.2. Disfunzione urologica
7.3. Test neurofisiologici per lo studio e la valutazione dei disturbi dell'autonomia
7.4. Il dolore
7.4.1. Fisiopatogenesi del dolore
7.4.2. Dolore regionale complesso Dolore neuropatico
7.4.3. Sensibilizzazione centrale
7.5. Tecniche neurofisiologiche per la valutazione dei processi dolorosi. Implicazioni della Neurofisiologia per la diagnosi
7.5.1. Termotest
7.5.2. CHEPs
7.5.3. Potenziali Evocati Laser
7.6. Tecniche di monitoraggio utili in condizioni particolari
7.6.1. Indice bispettrale (BIS)
7.6.2. ANI/NIPE
7.6.3. Altre
7.7. Applicazione delle tecniche neurofisiologiche in odontoiatria
7.7.1. Patologia
7.7.2. Tecniche utili e loro applicazione pratica
7.8. Studi neurofisiologici del pavimento pelvico
7.8.1. Tecniche combinate per la valutazione della funzione neuromuscolare del pavimento pelvico
7.9. Neurofisiologia clinica e biomeccanica I: Biomeccanica dell'andatura
7.9.1. Analisi strumentale di schemi cinetici, cinematici ed elettromiografici
7.9.2. Sequenza di attivazione muscolare nelle diverse fasi del passo. Mappe di attivazione muscolare
7.10. Neurofisiologia clinica e biomeccanica II
7.10.1. Valutazione neurofisiologica del piede e della caviglia
7.10.2. Studi combinati neurofisiologici ed ecografici
Modulo 8. Neurobiologia e fisiologia del sonno. Aspetti metodologici
8.1. Il sonno normale
8.1.1. Caratteristiche
8.1.2. Evoluzione con l’età
8.1.3. Funzione
8.2. Neurobiologia e cambiamenti fisiologici durante il ciclo veglia-sonno
8.3. Cronobiologia del ciclo sonno-veglia
8.4. Polisonnografia I: aspetti tecnici e metodologia
8.5. Polisonnografia II: sensori di registrazione e loro utilizzo
8.6. Polisonnografia III: quantificazione della struttura del sonno e degli eventi cardiorespiratori
8.7. Polisonnografia IV: quantificazione degli eventi motori
8.8. Analisi automatica avanzata del segnale
8.9. Altre tecniche poligrafiche del sonno e della veglia
8.9.1. Poligrafia respiratoria nel sonno
8.9.2. Test di latenza multipla del sonno
8.9.3. Test di mantenimento della veglia
8.9.4. Test di immobilizzazione suggerito
8.10. Actigrafia, monitoraggio circadiano e altre rilevazioni ambulatoriali
Modulo 9. Diagnosi clinico-strumentale dei disturbi del sonno
9.1. Valutazione dell'insonnia e dell'eccessiva sonnolenza diurna
9.2. Valutazione dei disturbi del ritmo circadiano sonno-veglia
9.3. Valutazione della respirazione disturbata nel sonno I
9.4. Valutazione della respirazione disturbata nel sonno II
9.5. Valutazione delle parasonnie NREM e miste REM-NREM
9.6. Valutazione delle parasonnie REM
9.7. Stati dissociativi di sonno-veglia. Valutazione dello status dissociatus
9.8. Valutazione dei disturbi del movimento durante il sonno I
9.8.1. La sindrome delle gambe senza riposo o malattia di Willis-Ekbom
9.8.2. Disturbo da movimenti periodici della gambe durante il sonno
9.9. Valutazione dei disturbi del movimento durante il sonno II
9.10. Valutazione dell'epilessia durante il sonno. Il sonno nelle malattie neurodegenerative
Modulo 10. Tecniche Neurofisiologiche a scopo terapeutico. Neuromodulazione invasiva e non invasiva. Tossina botulinica
10.1. Stimolazione cerebrale invasiva: basi fisiologiche
10.1.1. Definizione e basi fisiologiche della stimolazione cerebrale invasiva (ICS)
10.1.2. Indicazioni principali attuali
10.2. Stimolazione corticale diretta e midollare
10.2.1. Basi neurofisiologiche della stimolazione corticale diretta nel trattamento del dolore. Indicazioni ed esempi pratici
10.2.2. Basi neurofisiologiche della stimolazione elettrica midollare nel trattamento del dolore. Indicazioni ed esempi pratici
10.3. Neuromodulazione nell'epilessia. Stimolazione cerebrale per la diagnosi e il trattamento
10.3.1. Basi e fondamenti della neuromodulazione per la diagnosi dell'epilessia
10.3.2. La neuromodulazione applicata al trattamento dell'epilessia. Indicazioni ed esempi pratici
10.4. Stimolazione cerebrale profonda (DBS)
10.4.1. Uso della DBS nella malattia di Parkinson (PD)
10.4.2. Come funziona la DBS?
10.4.3. Indicazioni cliniche per la DBS nel PD e in altri disturbi del movimento
10.5. Stimolazione del nervo vago (VNS) e del nervo ipoglosso. Stimolazione di altri nervi periferici (trigemino, tibiale, occipitale, sacrale)
10.5.1. Stimolazione del nervo vago per il trattamento dell'epilessia e altre indicazioni
10.5.2. Stimolazione del nervo ipoglosso per il trattamento della SAOS
10.5.3. Stimolazione di altri nervi periferici (trigemino, occipitale, tibiale e sacrale)
10.6. Impianti uditivi
10.6.1. Definizione e fondamenti degli impianti acustici
10.6.2. Tipi di impianti acustici: impianti cocleari e del tronco encefalico
10.7. Stimolazione cerebrale non invasiva (NIBS): basi fisiologiche
10.7.1. Basi fisiologiche della NIBS
10.7.2. Tipologie di NIBS: stimolazione elettrica transcranica (TENS) e stimolazione magnetica transcranica (TMS)
10.8. Stimolazione cerebrale non invasiva: indicazioni e protocolli terapeutici
10.8.1. Indicazioni per la NIBS
10.8.2. Evidenze scientifiche e protocolli terapeutici
10.9. TENS
10.9.1. Definizione, meccanismo d'azione e modalità
10.9.2. Indicazioni, controindicazioni ed effetti
10.10. Infiltrazione di tossina botulinica con guida mediante tecniche neurofisiologiche
10.10.1. La tossina botulinica. Effetti terapeutici e effetti collaterali
10.10.2. Applicazione della tossina botulinica nella distonia cervicale, nel blefarospasmo, nella miochimia facciale, nella distonia oromandibolare, nella distonia degli di arti superiori e del tronco
10.10.3. Casi pratici

Il programma di questo corso sarà a tua disposizione dovunque e quando vuoi tramite qualsiasi dispositivo connesso a Internet”
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Il Master Semipresenziale in Aggiornamento su Diagnosi e Trattamento Neurofisiologico è un programma accademico progettato per professionisti sanitari interessati ad ampliare le proprie conoscenze e competenze nel campo della neurofisiologia. Questo programma offre apprendimento online che consente agli studenti di acquisire anche le conoscenze teoriche necessarie come esperienza necessaria per diventare esperti nella diagnosi e nella cura delle malattie neurologiche. Durante il programma, gli studenti apprenderanno le tecniche neurofisiologiche più avanzate, come l'elettroencefalografia (EEG), l'elettromiografia (EMG) e il potenziamento somatosensoriale (PSE). Esploreranno anche argomenti relativi alla neuromodulazione, alla neuroplasticità e alla neuroriabilitazione, tra gli altri. Uno dei punti salienti di questo programma è l'opportunità di intraprendere tirocini pratici in ospedali e cliniche specializzate al termine del Master, dove gli studenti avranno l'opportunità di applicare le proprie conoscenze in contesti clinici.
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